La risposta è Sì, lavoro dipendente e Partita Iva sono compatibili se:
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- il lavoratore dipendente è assunto presso un’azienda privata: in questo caso non vi saranno limitazioni di sorta, né l’obbligo di comunicazione al datore di lavoro se non si operi in sua concorrenza (causa di licenziamento e risarcimento danni) e se il contratto di lavoro subordinato non preveda espresso divieto;
- il lavoratore dipendente è assunto presso un ente pubblico: in questo caso sarà possibile aprire Partita Iva solo se l’assunzione sia di massimo 18 ore settimanali (il 50% del tempo pieno stabilito dalla legge), oppure se l’assunzione sia full-time occasionale o temporanea, con l’obbligo di esercitare l’attività di autonomo fuori dall’orario di lavoro, farsi autorizzare dall’amministrazione e non esercitare in contrasto con l’interesse della pubblica amministrazione. Questo perché i dipendenti pubblici, ad esclusione di alcune categorie (come i docenti, che possono aprire Partita Iva ed esercitare la libera professione in attinenza alla materia insegnata), nella maggior parte dei casi, sono vincolati all’obbligo di esclusività.
Lavoro dipendente e Partita Iva in regime forfettario: come funziona?
Per chi vuole affiancare al lavoro dipendente la Partita Iva in regime forfettario è obbligatorio:
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- avere una RAL non superiore a 30.000 euro nell’anno che precede quello in cui si è intenzionati ad aprire Partita Iva;
- avere un fatturato massimo di 85.000 euro all’anno;
- non avere partecipazioni in società di persone, capitali e studi professionali.
Lavoro dipendente, Partita Iva e contributi INPS: come funziona?
Chi vuole (anche) diventare libero professionista, deve versare i contributi previdenziali, all’INPS secondo un’aliquota fissa o degli scaglioni variabili in base al reddito dichiarato, oppure alla Cassa dell’Ordine o Albo di appartenenza.
Nel caso di lavoro dipendente e Partita Iva iscritta alla gestione separata INPS, i contributi da versare risponderanno a un’aliquota fissa del 24%.
Artigiani e commercianti pagano anche una quota fissa definita dalla legge e slegata dal fatturato, da cui si è esonerati se il reddito prevalente risulta essere quello da dipendente e se, al contempo, si abbia un contratto di lavoro a tempo pieno e indeterminato (in rari casi è accettato anche il contratto part-time a tempo indeterminato).